Cineturismo: quando il cinema diventa viaggio

Il cinema ha sempre avuto un potere unico: ci fa viaggiare con la mente ancora prima di salire su un treno o un aereo. Basta una scena ben costruita, un’inquadratura suggestiva, e subito ci troviamo a immaginare come sarebbe passeggiare per quei luoghi, respirare quell’aria, vivere quelle storie.
È noto che il grande schermo costituisca un veicolo fondamentale nella costruzione dei nostri immaginari geografici, nella elaborazione di immagini forti di luoghi desiderati, di topofilie, di stereotipi paesaggistici.
Il cinema crea infatti una personale geografia dell’anima, una “geografia delle emozioni”: non si tratta soltanto di spostarsi nello spazio, ma anche nel tempo e nelle emozioni. Guardando un film, costruiamo un legame emotivo con i luoghi, un rapporto quasi intimo, come se fossero parte di un ricordo, anche se non ci siamo mai stati.
Il cinema, infatti, non rappresenta soltanto spazi fisici, ma li carica di significati affettivi, trasformandoli in– simboli, in paesaggi interiori. La geografia delle emozioni si costruisce attraverso immagini, sguardi, suoni: ogni città filmata è anche una città sentita. E proprio in questo scarto tra realtà e rappresentazione, tra spazio vissuto e spazio immaginato, nasce la spinta a partire, a cercare di colmare quel desiderio evocato dallo schermo.
Ci sono posti che amiamo ancor prima di metterci piede, luoghi che diventano familiari attraverso lo sguardo dei personaggi, i dialoghi, le colonne sonore. A volte quei luoghi diventano persino rifugi interiori, simboli di un mondo possibile in cui vorremmo perderci. È qui che il cinema fa qualcosa di straordinario:
trasforma un ambiente reale in uno spazio mitico.
Come scrive Paolo Di Paolo nella prefazione al suo “A Roma con Nanni Moretti”, scritto con Giorgio Biferali e edito da Bompiani, “New York è la stessa città dopo un film come Manhattan di Woody Allen?
Berlino è la stessa città dopo Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders? Roma è la stessa città dopo Caro diario? Una macchina da presa non lascia segni tangibili sui luoghi che descrive, e tuttavia – in modo imprevedibile e definitivo – li modifica- Dà forma a mappe diverse, inusuali, a volte impraticabili, di questo o di quel luogo: nella forma di un racconto, di un vagabondaggio, di un’emozione visiva. Il cinema come ‘mezzo di trasporto” […] lo spettatore diventa un passeggero, si lascia muovere e commuovere, salta anche lui sulla Vespa di Caro diario; è là, in quella luce estiva, e non dimenticherà più quel viaggio.”

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Roma. Il ponte sul Tevere dove fu girato “Febbre da Cavallo” (1976) diretto da Steno.

Cos’è il cineturismo?

Negli ultimi anni, viaggiare per vedere con i propri occhi quello che abbiamo amato sullo schermo è diventata una pratica diffusa, condivisa, talvolta quasi rituale. Si è trasformato in un vero e proprio fenomeno. E’ il film induced tourism, o turismo cinematografico, o – volendo utilizzare un neologismo nato all’Ischia Film Festival nel 2003 – cineturismo. (link: https://www.ischiafilmfestival.it/index.php/it/il-festival/convegno-cineturismo/134-cineturismo ). Il fenomeno del cineturismo esiste da molto tempo – basti solo pensare all’effetto cartolina per Roma che ebbero sul pubblico statunitense film come Vacanze romane di William Wyler e La dolce vita di Federico Fellini – ma è un dato di fatto che negli ultimi tempi vi sia stata un’accelerazione. Anche perché il turismo di massa sta sempre più perdendo terreno, mentre si affermano forme di turismo più esperienziali, arricchenti da un punto di vista culturale, ed il cineturismo si iscrive in questo trend.
Ma cosa ci spinge davvero a partire per visitare un luogo visto in un film? Abbiamo visto come la risposta risieda nelle emozioni. Quando camminiamo in un posto che abbiamo visto al cinema, è come se la realtà e l’immaginazione si fondessero. C’è la magia del riconoscimento, quel momento in cui ci rendiamo conto che siamo esattamente lì, dove è stata girata una scena che ci ha emozionato.
Poi c’è la sensazione di entrare in una storia. Abbiamo visto quei personaggi vivere emozioni in un luogo, e ora siamo lì anche noi. È come se per un attimo potessimo far parte di quel mondo, diventare protagonisti di un film che abbiamo amato.
Un altro aspetto affascinante del cineturismo è che, spesso, prima ancora di visitare un posto con i nostri occhi, lo abbiamo già visto con la mente. Il cinema ci regala una prima impressione del mondo, costruisce il nostro immaginario.
Nella mia storia personale, questo si è manifestato più volte nella vita. Nel 2002 dal mio piccolo paese natìo mi sono trasferita a Roma, una città che si era formata nel mio immaginario grazie a film come Caro diario di Nanni Moretti e Le fate ignoranti di Ferzan Özpetek. Arrivavo a Roma avendo negli occhi la fascinazione dei cortili della Garbatella o la mole metallica del Gazometro, che mi apprestavo a cercare con il TuttoCittà in mano. D’altronde camminare a Roma è spesso come passeggiare in un set cinematografico senza fine, visto il legame inscindibile che c’è sin dai suoi albori tra cinema e Città Eterna (link: https://www.romaslowtour.com/roma-e-cinema-binomio-inscindibile/ ). Vent’anni più tardi, accadeva la stessa cosa mentre coronavo il mio sogno di sempre: visitare New York. Anche lì, il cinema aveva lavorato in silenzio, costruendo nella mia mente un’immagine personale della città: dalla New York nevosa e malinconica dei film di Woody Allen a quella romantica e ironica di Colazione da Tiffany e Harry ti presento Sally, a quella più scanzonata di varie serie TV come Sex and the City. Ricordo ancora la grande emozione che mi ha sopraffatta quando sono arrivata a Manhattan e nella lunga passeggiata dal Greenwich a Times Square mi è sembrato di stare in un lungo e interminabile déjà-vu.

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Roma. Luogo in cui è stato girato “Una vita violenta” (1962) di Pier Paolo Pasolini nel quartiere Garbatella.

Quando un film cambia il destino di un luogo

Il cinema ha la capacità non solo di rappresentare il paesaggio, ma anche di modificarlo simbolicamente e, talvolta, materialmente. In alcuni casi, la rappresentazione filmica può avere un impatto enorme sui territori, in termini di turistificazione e gentrificazione.
Ci sono posti che, grazie al cinema, sono diventati mete turistiche di primo piano. Dubrovnik, per esempio, prima di Game of Thrones era una piccola perla non troppo conosciuta dell’Adriatico; ora, invece, è invasa dai turisti che vogliono camminare tra le mura di Approdo del Re. La stessa cosa è successa con Skellig Michael, un’isola irlandese che fino a pochi anni fa era praticamente sconosciuta, e che ora è una meta di pellegrinaggio per i fan di Star Wars.
Studi dimostrano come il turismo in località protagoniste di film possa aumentare fino al 54% nei cinque anni successivi alla distribuzione. Eclatante il caso del castello di Alnwick, in Inghilterra, set di Harry Potter, che ha triplicato i suoi visitatori tra il 2000 e il 2002. In Nuova Zelanda, Il Signore degli Anelli ha trasformato l’immaginario paesaggistico del paese e ha generato un’intera economia turistica basata sui “movie tour”: è stato stimato che il valore di marketing dei film ambientati nel mondo della Terra di Mezzo sia stato di 42 milioni di dollari (dati NFO New Zealand), mentre dai risultati di un sondaggio effettuato nel 2004 su un campione di 150 mila visitatori internazionali emergeva che per il 6% di questi i film erano stati uno dei principali motivi che avevano determinato la scelta di visitare quel Paese e per l’1% era stata l’unica ragione del viaggio ( https://startingfinance.com/approfondimenti/cineturismo-territorio/ ).
E in Italia? Il fenomeno è ancora più evidente. La Sicilia sudorientale è stata letteralmente trasformata da Il Commissario Montalbano. Luoghi come Modica, Scicli e Punta Secca hanno visto esplodere il turismo grazie alla serie. Il Lago di Braies, in Alto Adige, è stato preso d’assalto dopo essere apparso nella fiction TV Un passo dal cielo con Terence Hill. Lo stesso possiamo affermare per Matera dopo The Passion of the Christ di Mel Gibson. Oppure come dimenticare il caso turistico scoppiato nel 2010 di Castellabate nel Cilento dopo il film Benvenuti a Sud. Il cineturismo è, dunque, una grande opportunità economica. Secondo un rapporto del 2023 di Jfc (link: https://www.repubblica.it/economia/2023/07/03/news/cinema_citta_italiane-406128620/ ), in Italia questo settore genera circa 600 milioni di euro all’anno. Secondo uno studio riportato in Cinema, ambiente e territorio curato da Elena dell’Agnese e Antonella Rondinone, ogni euro investito in una produzione audiovisiva può portare fino a 3,5 euro di ritorno economico sul territorio. Il cinema è ormai diventato un asset strategico per il territorio sia per la sua capacità di attivare un impatto diretto e indiretto – la realizzazione di un film produce ricchezza sul territorio attraverso l’utilizzo di strutture ricettive, ristoranti, servizi, attività locali – sia per le sue potenzialità di esposizione e promozione delle bellezze territoriali. Basti pensare alla recente querelle tra Roma e Parigi per la nota serie TV Netflix Emily in Paris, in cui il presidente francese Emmanuel Macron ne ha richiesto il “rientro a casa” dopo la parentesi capitolina:
“Emily in Paris a Roma non ha senso. Lotteremo duramente. E chiederemo loro di rimanere a Parigi”. ( https://www.panorama.it/tempo-libero/viaggi/cineturismo-fatturato-serie-tv-netflix ) E non si tratta certo di questione nazionalistica.
Ma cosa succede quando il turismo diventa troppo? In alcuni luoghi, il successo cinematografico ha portato a ricadute come consumo del suolo, speculazione, sovraffollamento. Località come Lio Piccolo nella laguna veneziana e il già citato Lago di Braies, dove arrivano fino a quindicimila turisti al giorno per una valle che conta 650 abitanti, hanno dovuto adottare misure restrittive per gestire i flussi. Ancora una volta quando si parla di turismo, l’equilibrio è fondamentale: il turismo deve essere un’opportunità, non un problema, e la crescita deve essere accompagnata da una pianificazione sostenibile.

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Roma. Pannello informativo sul film “Il talento di Mr. Ripley” (1999) di Anthony Minghella.

Strategie territoriali basate sul cineturismo

Il cineturismo, se ben strutturato, può diventare una leva di sviluppo economico, culturale e sociale. In questo le amministrazioni locali e gli operatori turistici giocano un ruolo fondamentale nella costruzione di un’offerta integrata. In particolare negli ultimi anni le regioni italiane si sono dotate di una Film Commission, ovvero di un ente il cui fine principale è quello di attrarre produzioni audiovisive sul territorio. Attraverso l’offerta di finanziamenti e servizi per le imprese cinematografiche, le Film Commission puntano da un lato a creare una filiera audiovisiva regionale e, dall’altra, a promuovere i paesaggi e le tipicità locali in sinergia con le agenzie di promozione turistica (APT).
Il cineturismo è un potente strumento di marketing territoriale, riesce ad incidere sulla costruzione dell’immagine di un territorio perché veicola non delle immagini indotte tipiche della stucchevole comunicazione turistica per promuovere una determinata destinazione, ma immagini organiche che non hanno uno scopo turistico e provengono dall’immaginario collettivo, dalla storia, da fonti di cultura popolare o dai mass media, assorbite tramite l’identificazione dello spettatore in un momento di svago. In questo senso, la creazione di itinerari tematici, festival, eventi e attività formative legate al cinema rappresentano ulteriori strumenti di valorizzazione. In questo contesto, è essenziale evitare il rischio di una mercificazione eccessiva: il cineturismo sostenibile implica il rispetto dei luoghi, il pieno coinvolgimento delle comunità per la creazione o il rafforzamento di reti sul territorio, un’adeguata promozione e comunicazione turistica, la distribuzione intelligente dei flussi.
Un modello interessante è quello dei movie tour, esplorazioni urbane che raccontano i luoghi e le loro trasformazioni nel tempo. Attraverso film, documentari e immagini d’archivio, è possibile osservare come le città si siano evolute: la comparazione tra riprese d’epoca e immagini contemporanee permette di cogliere in modo immediato la profondità delle metamorfosi urbane. Le ambientazioni cinematografiche possono fungere, dunque, da memoria visiva di città, paesaggi ed architetture. In alcuni casi, il cinema può essere considerato persino un motore di cambiamento urbano, influenzando i flussi turistici e il modo in cui questi impattano sulle città e sui loro abitanti. In quest’ottica, l’esplorazione urbana con il supporto dell’audiovisivo si configura come uno strumento straordinario per la diffusione e comprensione della storia delle città, permettendo di scoprirne non solo le trasformazioni fisiche, ma anche le tracce delle esperienze vissute nei contesti urbani. La forza evocativa del cinema, inoltre, permette di immergere lo spettatore/esploratore in un viaggio emozionale, capace di restituire emozioni, atmosfere e suggestioni che arricchiscono la percezione dei luoghi.
E in questo magma di esperienze non possiamo dimenticare il ruolo dei social media: in un mondo in cui le immagini circolano velocemente, il cinema diventa una bussola turistica. Se in passato erano i film e le guide turistiche a orientare le scelte di viaggio, oggi i social media giocano un ruolo centrale nella viralizzazione delle location. Instagram, Tik Tok, You Tube sono le nuove “cartoline” digitali, dove una scena condivisa può trasformare una location sconosciuta in una meta ambita in poche ore. Il turismo motivato dai media, dunque, non è più lineare ma reticolare, immediato e fortemente emozionale. La “visualizzazione condivisa” moltiplica l’attrattiva dei luoghi filmici. Questo effetto si somma alla già potente suggestione del cinema, creando un ecosistema comunicativo dove il turista è anche produttore di contenuti. Non sorprende che molte destinazioni si stiano attrezzando con strategie digitali integrate, creando mappe interattive, tour virtuali e piattaforme per coinvolgere i viaggiatori anche prima del viaggio. Un esempio virtuoso è VisitBritain, che ha realizzato Movie Maps ufficiali per promuovere i luoghi di Harry Potter.
In conclusione, il cineturismo è molto più di una moda, è una pratica culturale che tocca corde profonde della nostra identità e del nostro modo di vedere e desiderare il mondo. È un viaggio che non finisce con il ritorno a casa, perché i luoghi visitati grazie al cinema continuano a vivere dentro di noi, arricchiti di significati personali. È un modo per dare corpo ai sogni. Il cinema, in fondo, è il più bel viaggio che possiamo fare.

Tuscania (Vi). Pannello informativo con l’elenco dei film girati nella Basilica di San Pietro.

BIBLIOGRAFIA

BRUNO, GIULIANA, Atlante delle emozioni. In viaggio tra arte, architettura e cinema, Johan & Levi Editore, 2015, Cremona

DELL’AGNESE ELENA, RONDINONE ANTONELLA (a cura di), Cinema, ambiente e territorio, Unicopli, 2011.

LOLLI, ANDREA, Cinema e turismo. Dalle Film Commission alle strategie di promozione del territorio, Carocci Editore, 2020.

PROVENZANO, ROBERTO, Al cinema con la valigia, FrancoAngeli, 2007, Milano.

Cineturismo, quando il territorio diventa protagonista di GIULIA TANCREDI su Starting Finance del 13.03.2019:
https://startingfinance.com/approfondimenti/cineturismo-territorio/

Dal set cinematografico alla destinazione turistica: l’effetto del cineturismo di MAURIZIO ANDREANO’ su Pickline del 20.03.2022: https://pickline.it/2022/03/20/dal-set-cinematografico-alla-destinazione-turistica-effetto-cineturismo/

La grande bellezza è tutta un ciak: il cineturismo porta in Italia circa 597 milioni di IRENE MARIA SCALISE su La Repubblica 3.07.2023.
https://www.repubblica.it/economia/2023/07/03/news/cinema_citta_italiane-406128620/

Lunga vita al Cine-turismo: fa bene all’arte, ai lavoratori del settore e alle località fuori stagione di MARIA ROMANA BARRACO su Roma Daily News del 20.03.2024: https://www.romadailynews.it/senza-categoria/lunga-vita-al-cine-turismo-fa-bene-allarte-ai-lavoratori-del-settore-e-alle-localita-fuori-stagione-0794413/

Gli effetti collaterali in Italia del turismo spinto da cinema e serie tv di ALESSANDRO CALVI su Internazionale del 9.10.2024: https://www.internazionale.it/notizie/alessandro- calvi/2024/10/09/cineturismo-italia

Roma e cinema, un binomio inscindibile di GABRIELLA MASSA su Roma Slow Tour del 12.10.2024: https://www.romaslowtour.com/roma-e-cinema-binomio-inscindibile/

Cineturismo, ciak si fattura di LAURA DELLA PASQUA su Panorama del 9.11.2024: https://www.panorama.it/tempo-libero/viaggi/cineturismo-fatturato-serie-tv-netflix

 

GABRIELLA MASSA